I NUMERI DI CARITAS DEL 2024
- Le famiglie assistite definibili sotto la soglia di povertà assoluta sono 83 famiglie composte da 210 persone (90 maschi e 120 femmine).
- Delle 210 persone assistite 141 sono di nazionalità italiana e 69 sono stranieri.
- Queste persone sono classificate come “assistiti continuativi” in quanto ricevono un pacco di alimenti tutti i mesi. Altre persone che si presentano comunque alla Caritas non in modo continuativo sono “saltuari”: ad essi viene consegnato in ogni caso un pacco di alimenti.
- Dei nuclei famigliari assistiti sono 75 residenti a Belgioioso, 5 a Torre de’ Negri, 3 a Filighera. A questi si aggiungono i “saltuari”.
COME SI ACCERTA LO STATO DI POVERTA’ ASSOLUTA/ALIMENTARE DI CHI CHIEDE IL PACCO.
A chi si presenta alla Caritas viene chiesto, per poter ricevere l’aiuto alimentare, la produzione dell’ ISEE che deve essere inferiore ad €. 9.360.
In casi particolari (famiglie segnate da malattie dei componenti, licenziamenti, ecc..) viene data autorizzazione dopo colloquio con il parroco.
QUANTO E COSA E’ STATO DISTRIBUITO DALLA CARITAS.
Nel corso del 2024 sono stati distribuiti n. 747 pacchi di alimenti composti da 22.957 confezioni di cibo a lunga scadenza e fresco. N.b.) Il paniere del pacco comprende anche frutta e verdura fresca per una attenzione all’aspetto nutrizionale e dietetico che deve essere il più possibile completo. Non viene consegnata carne.
DA DOVE ARRIVA IL CIBO DESTINATO ALLA CARITAS
Sono 3 i canali da cui si approvvigiona la Caritas: 1) dalle donazioni mensili fatte dai parrocchiani durante le Sante Messe e non solo; 2) da quanto messo a disposizione dal Banco Alimentare della Lombardia; 3) da donatori (singoli e aziende) occasionali.
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Accanto alla distribuzione di alimenti Caritas, su specifica richiesta degli assistiti, ha provveduto a fornire: 1) Vestiario; 2) Materiale di cancelleria per bambini/ragazzi in età scolare; 3) Aiuto mirato alla dignità della persona; 4) ricerca di opportunità di lavoro; 5) Attività di accoglienza e ascolto.
Le persone vengono accolte tutte senza discriminazioni di sesso, stato o religione. TUTTO VIENE DATO GRATUITAMENTE.
LA POVERTA’ IN ITALIA (Dati desunti da ISTAT)
Nel nostro paese vi sono 2,2 milioni di famiglie in povertà assoluta pari al 8,4 % di famiglie residenti nel nostro Paese.
Di questo 2,2 milioni di famiglie ben 1 milione e 519 mila sono composte da italiani e 697 mila di famiglie con stranieri.
Gli individui compresi in queste famiglie sono 5,7 milioni.
Cosa si intende per povertà assoluta: la soglia di povertà assoluta rappresenta il valore monetario del paniere di beni e servizi considerati essenziali per evitare forme di esclusione sociale.
LA POVERTA’ IN LOMBARDIA (Sempre dati ISTAT)
Nella nostra Regione (una delle più ricche d’Europa) una famiglia di 4 componenti (2 adulti + 2 in età scolare) residente in un piccolo comune è considerata “povera” se è al di sotto di una capacità di spesa mensile per consumi pari ad €. 1.812.
LA POVERTA’ ALIMENTARE
Cosa si intende per povertà alimentare: quando una persona non riesce a completare la “giornata alimentare” perché costretta a rinunciare ad uno o più tra colazione-pranzo-cena.
LA CARITA’ FA BENE A CHI LA FA
Si può dire che l’anno sociale della nostra Caritas Parrocchiale si è chiuso domenica 15 dicembre quando si è tenuta la prima edizione del “Open Day”, iniziativa pensata per presentare a tutta la comunità le attività di aiuto a quanti versano in stato di bisogno in parrocchia, meglio in unità pastorale che, come sappiamo, comprende Belgioioso, Torre de Negri e Filighera.
Il sabato precedente Don Roberto e i suoi collaboratori avevano riservato uno specifico incontro ai Sindaci e ai Consiglieri comunali dei tre paesi. Lo scopo: illustrare, con dati alla mano, il prezioso aiuto dato anche alla comunità civile dalla Caritas, vera sentinella capace di intercettare i bisogni delle nostre comunità. Ma è fuor di dubbio che il momento più significativo si è tenuto durante la Santa Messa delle ore 10 quando don Roberto ha consegnato idealmente ai volontari il mandato di occuparsi delle attività caritative della parrocchia ribattezzandoli “animatori della carità”.
Con ciò volendo rimarcare che “La carità non è per la Chiesa una specie di attività di assistenza sociale che si potrebbe anche lasciare ad altri, ma appartiene alla sua natura, è espressione irrinunciabile della sua stessa essenza” (Enciclica “Deus caritas est”). Tradotto significa che l’impegno della carità non è riservato a degli “specialisti dei poveri” ma coinvolge tutti i fedeli. L’attenzione ai bisogni dei propri fratelli, del prossimo (che, tradotto dal latino, significa “chi è più vicino”) così come sollecitata dalle ceste che mensilmente vengono riempite con le donazioni di alimenti, provoca in chi dona un giudizio nuovo sui propri soldi, una attenzione a chi ti vive accanto: è niente più, niente meno che la conversione sollecitata dal Vangelo.
Se giudicate la vostra vita alla luce degli insegnamenti del Vangelo anche il cuore cambia. Infatti la tematica della carità è connessa con la grande tematica della evangelizzazione ai tempi dei primi cristiani così come in questi anni segnati, nella nostra Europa, da una profonda scristianizzazione.
Non si può dimenticare quel gigante della carità dei nostri tempi che è stata Santa Teresa di Calcutta. Alcuni giornalisti le chiesero: “Ci spieghi perché lei prende i moribondi dalla strada e dalle fogne dove sono abbandonati solo per assicurargli qualche momento di pace o di gioia, senza poter impedire che questa gente muoia. Perché lo fate? Perché fate questa cosa?” Ecco la risposta, che dovremmo mandare a memoria: “Noi amiamo i poveri perché amiamo Cristo. Lo facciamo per amore di Cristo” .
Non è sempre facile ed immediato accogliere con un sorriso chi si presenta in sede reclamando – talvolta in modo prepotente – il pacco di alimenti; talvolta vi sono frizioni anche tra noi impegnati ad osservare tutte le incombenze derivate dal gestire alimenti che gratuitamente abbiamo ricevuto dai donatori e che gratuitamente consegniamo ai bisognosi. E’ la preghiera che recitiamo prima di procedere alla distribuzione dei pacchi a rimetterci nella giusta prospettiva: chiedersi sempre “Per Chi lo faccio” e “Per che cosa lo faccio” fa rimettere i piedi per terra. Con ogni probabilità non riusciremo con il nostro affannarci pur meritorio a risolvere i mille problemi che ci vengono presentati.
Come scrisse San Benedetto se noi, animatori Caritas, ci mettiamo le nostre mani sarà la Tua forza a rinvigorire nel fratello che abbiamo incontrato la percezione di valere – lui nella sua fragilità – a prescindere dalla situazione di bisogno in cui versa grazie anche al fatto che nessuno è lasciato solo. Siamo in una ventina i volontari/animatori che ci siamo lasciati coinvolgere nelle attività della Caritas. Al termine del 2024 dobbiamo ammettere che abbiamo ricevuto in termini di amicizia, lavoro, fatica, soddisfazione molto più di quel che abbiamo dato. Appunto: La carità fa bene a chi la fa.